Criticità nei pronto soccorso; affidiamo la gestione dei codici bianchi ai medici di famiglia.
Affianchiamo i medici di famiglia ai medici e al personale sanitario che operano nei pronto soccorso per superare il grave problema delle sale d’attesa e della conseguente condizione di stress nella quale si trovano inevitabilmente il personale medico e sanitario che lavorano nei reparti di emergenza.
L’idea è quella di estendere a tutto il territorio nazionale quanto già attuato dalla Regione Piemonte, ovvero ricorrere al supporto dei medici di medicina generale.
In questi anni è andato sempre più aumentando il numero di pazienti che si rivolge al Pronto soccorso, spesso in maniera impropria, con la conseguenza che soprattutto in determinati giorni della settimana o in alcune fasce orarie giornaliere, i tempi di attesa, per i casi considerati meno urgenti, possono essere anche di molte ore.
Tutto questo contribuisce a far sì che il sistema Pronto Soccorso, così come è attualmente, è soprattutto un luogo dove far confluire la domanda di salute insoddisfatta, dove vicariare le inefficienze di un sistema di assistenza territoriale non in grado di fare filtro. Questo è uno dei motivi per i quali molti cittadini si rivolgono ai pronto soccorso, anche se non presentano condizioni di criticità, tanto che, una volta sottoposti a triage, vengono classificati come codici bianchi.
Per questo ritengo sia un’ottima azione quella di stilare degli accordi con i sindacati dei medici di medicina generale, per l’attivazione di un “ambulatorio delle non urgenze” che dovrà affiancare i Pronto Soccorso dei principali ospedali, per farsi carico di quei pazienti non gravi (i c.d. codici bianchi) che “intasano” in modo inappropriato i reparti di urgenza. L’affiancamento dei medici di famiglia è certamente una buona soluzione, un progetto assistenziale che ha come unico obiettivo il miglioramento della qualità delle cure che assicurerebbe un’ordinata assistenza all’interno dei Pronto Soccorso dei nostri ospedali.