Nessuna normativa per tutelare i minori dai videogiochi violenti e non adatti alla loro età. Presentata una proposta di legge
Il mondo dei videogiochi sia acquistati nei punti vendita sia scaricati on line, è privo di regole. Un bambino può acquistare liberamente, o scaricare da internet, anche i videogame indicati come adatti a un utente maggiorenne.
Proprio alla luce di tale realtà, risulta prioritario per la sicurezza dei ragazzi un intervento che regolamenti in maniera esaustiva il tema della tutela dei minori in tale settore. Per questo ho presentato una proposta di legge che reca norme per regolamentare la vendita e la diffusione dei videogiochi violenti e non adatti ai minori a tutela degli stessi.
Un minore, privo degli opportuni filtri interpretativi, può facilmente essere portato a emulare le gesta dei protagonisti del gioco o, quantomeno, a ricevere in modo passivo un messaggio tendente ad attenuare, se non a giustificare, la gravità dei comportamenti vissuti nell'ambito ludico e virtuale.
E’ pertanto necessario un intervento normativo in grado di porre adeguati limiti alla diffusione di questo fenomeno. In ambito europeo, il Pan European Game Information (PEGI) è un sistema di classificazione nato su impulso della Commissione europea che è stato adottato da molti Governi degli Stati membri. Purtroppo, la classificazione PEGI, per quanto possa essere utile ai fini della descrizione sintetica del prodotto, non è idonea a limitare la vendita dei videogiochi pericolosi per la salute psichica dei minori; inoltre, i rivenditori non sono tenuti a verificare se il prodotto che si intende acquistare è idoneo o no per il singolo acquirente.
Il mio progetto di legge quindi mira da un lato a recepire la classificazione PEGI e, dall'altro, potenziare il sistema di protezione dei minori, apportando quei correttivi che solo una normativa adeguata può introdurre.