Le carenze infrastrutturali in Sicilia determinano regressione. Ci vuole un piano di investimenti e accordi di programma quadro per la crescita e lo sviluppo
In Sicilia le carenze infrastrutturali determinano un alto costo dei trasporti minando alla radice la competitività del sistema economico e produttivo regionale; l’attuale situazione economico – sociale dimostra evidenti segnali di peggioramento con conseguente chiusura di impianti ed una continua crescita della disoccupazione quale fenomeno già largamente diffuso; l’allarme in questi giorni è stato lanciato anche dal presidente della Cia Sicilia Orientale Giuseppe Di Silvestro e dal direttore Graziano Scardino che parlano di un Sud che lentamente muore aspettando un piano per infrastrutture.
Una situazione che necessita l’impegno della Regione siciliana ma anche del Governo nazionale. Per questi motivi ho interpellato tutti i ministeri competenti in materia: Affari Regionali, Infrastrutture e Trasporti, Economia e Finanze, Sviluppo Economico e Mezzogiorno ai quali ho chiesto di dare piena e tempestiva attuazione all’intesa istituzionale di programma, che si articola in Accordi di Programma-Quadro specifici nei settori energia, scuola e formazione, viabilità stradale, trasporti ferroviari e agroalimentare; a questo va aggiunto un programma di ricerca e di innovazione tecnologica finalizzato alla nascita di nuove imprese ed alla crescita competitiva e dimensionale di quelle esistenti. Infine bisogna investire per ammodernare la maglia viaria e ferroviaria principale e di collegamento ai porti e agli aeroporti con risorse che vanno integrate alle fonti di finanziamento ordinarie, nazionali, regionali e comunitarie.